Mamme che scrivono su Whatsapp

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Fino a esaurimento scorte (di neuroni sani)

ferieUna cosa mi pare chiara, quest’anno: che il fatto di aver dovuto cancellare le voci “partenza” e “vacanza” dai programmi per motivi comuni a una larga fetta di italiani normostipendiati che abbiano figli a studiare fuori sede ha avuto un risvolto imprevisto. Venerdì scorso non mi capacitavo che fosse l’ultimo giorno di lavoro, di una settimana peraltro chiesta espressamente in più rispetto ai miei colleghi per terminare un editing particolarmente laborioso che preferivo archiviare in vista dell’impaginazione prevista a settembre. Così lunedì mattina mi sono riaffacciata, ho riaperto finestre, computer e macchinetta del caffè, e ho strappato ulteriori tre ore alla malinconica prospettiva di gestire una serie infinita di giornate casalinghe in un quartiere semideserto, con voglia di muovermi pari a zero e di cucinare, pulire e riordinare n.p.

No, non è carino riprovarci prima del 5 settembre, ma intanto c’è sicuramente qualcosa che non va… 😦

Vuoto d’aria

volo_ryanSono una cretina, lo so. Predico bene e razzolo male. Faccio la splendida e poi mi si agitano persino gli alluci per l’ansia. Ora che ho una figlia di 19 anni a 39.000 piedi d’altezza che naviga felice insieme all’amico del cuore verso Parigi, alle spalle gli esami di maturità, i test dell’Università, le palle, le beghe, le noie.

Sono una cretina. Sono qui, 38 gradi fuori e colate laviche dentro, alla scrivania con una relazione storico-artistica che zoppica – macchissenefregaaccidenti – mentre divoro fragole come Super Pippo faceva con le noccioline e con la schermata aperta su FlightRadar24, Europa centrale, nugoli di moscerini gialli sparsi  e grumi addensati in corrispondenza delle città, e quel moscerino rosso – il SUO aereo – che disegna una scia fucsia nitida e armoniosa, planando dolcemente verso la sua meta agognata, i suoi progetti, i suoi sogni… Credevo sarei stata solo felice, invece sono agitata, monca, sola. Sono una cretina, repetita iuvant (ma non adiuvant)…

Mulino [in] bianco

mulino_in_biancoSono onnivora e ho insegnato alla prole a mangiare tutto. Naturalmente con più di un occhio alla correttezza e all’equilibrio – senza fanatismi – in nome della salute e poi anche del portafogli. Ma la deriva delle leccornie industriali verso le sponde del famigerato olio di palma (e anche di molte altre schifezze scritte in corpo sei sulle confezioni) proprio non la digerisco. Eliminati da tempo dalla mia dieta personale merendine, biscotti, nutelle e altri mulini bianchi assortiti, ho dovuto affrontare il nodo dei figli: tutte le volte che posso preparo in casa, impasto, mescolo, sforno, farcisco, però non sono wonder woman e spesso non ce la faccio a stare dietro alla loro fame adolescenziale (nonostante la quale sfoggiano pure taglie extra slim). Così sono andata a esaurimento (delle scorte in casa) e pian piano ho sostituito le loro marche preferite con analoghi prodotti di aziende sconosciute (e assolutamente da rivalutare!) che almeno dichiarassero di scegliere l’olio extravergine d’oliva e di schifare i grassi saturi.

La strada è tutta in salita (ogni tanto rinvengo involucri di prodotti da me banditi nei loro cestini, nei loro cassetti, sotto i cuscini e in ogni altro posto abbiano ritenuto utile seppellire le prove della loro resistenza), ma non dispero. o_O Ci sarà pure un modo per convincerli che i mulini bianchi e le nutelle, così buoni e “naturali”, giocano sporco sulla loro salute futura. Ci sarà pure un modo per non fare il gioco di chi, per le proprie tasche, si arricchisce sulla nostra pelle. Per di più nel Paese dell’olio extravergine!

L’unica arma a disposizione è NON comprare, scegliere le alternative (che esistono, e che solo il nostro torpore manovrato dalla pubblicità si ostina a non considerare). Tutti sbraitano su olio di palma & C. eppure Banderas sforna ancora brioches e continua a parlare con le galline (pur usando uova in polvere). Da sola non ce la posso fare. Stai a vedere che hanno ragione i miei figli: «Maaa’… solo tu ti fai ‘sti problemi!».

Vado a fare un po’ di muffins: con l’olio invece che con il burro sono ancora meglio… 🙂

Capodanno

keep-calm-and-drink-rakiNiente cenoni o fuochi d’artificio. Nel clima incerto di questa stagione malriuscita boccheggiano stremati materassini, pianelle e maschere, non archiviabili perché nel nostro statuto di regione a regime speciale l’estate non è finita e i figli non si arrendono. La mia lista di buoni propositi giace esanime travolta dagli eventi, e spera (nel sottobosco) di rivalersi (o riaversi?), sebbene il calendario non indugi e cominci a fagocitare ogni ritmo blando. La feta, lo yogurt e persino il raki hanno cambiato sapore… e sta pure per ricominciare l’anno scolastico!

Capodanno. Quello vero. Settembre, andiamo… Nelle intenzioni immediate ci sono almeno due weekend a mollo nello Ionio (le nostre Maldive), grazie anche al porcellino salvadanaio riempito all’insaputa dei figli sempre a caccia dei nostri svuotatasche. Nelle scadenze ravvicinate c’è il mio mezzo secolo, combattuto tra una serata di amicale baldoria alcolica e musicale e un tranquillo weekend di fuga a due. Nelle prospettive a medio termine, invece, c’è una casa in cui fare con imperdonabile ritardo le pulizie di primavera, eliminando ingombri e masserizie fuori tempo e misura, ritinteggiando muri e riorganizzando spazi fisici e mentali.

Ci vogliono un fisico bestiale, molto tempo e almeno una squadra di alter ego, lo ammetto. Perché una come me, convertita da troppo tempo ad uno stile di vita e aspettative assai zen è diventata totalmente inadeguata. È preoccupante il fatto che abbia ricominciato a giocare a Mastermind o ad aprire l’atlante geografico per solcare con la fantasia terre e mari che probabilmente non vedrò mai, magari dimenticandomi di scolare la pasta o saltando l’appuntamento con il dentista…

Dizionario dei sinonimi

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Vento di primavera

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Per una volta mio figlio non c’entra…

compito

Il principio di piacere

Non-mi-piace-Facebook«Il mondo non si divide tra “mi piace” e “non mi piace”. Il piacere non è un metro di interpretazione del mondo. Non basta per aderire, e non basta per essere.
Freud sapeva bene che il principio di piacere è contrapposto al principio di realtà. E mai come in questi anni questa contrapposizione appare evidente. Mi piace il tuo libro ma non lo compro, mi piace la tua campagna umanitaria ma non dono un euro, mi piace come sei, ma non ti cerco e non ti telefono mai. Mi piace la tua vita che posti su istagram, foto dopo foto, ma resto a distanza. Il principio di realtà è un’altra cosa, e oggi più che mai è seriamente in pericolo. Il principio di piacere è diventato un click che usano ormai tutti. E ci dice che si sta generando un mondo capovolto, un gioco da tavolo che simula vita e pulsioni, adesioni e passioni, senza attecchire, come piante senza radici».

(Roberto Cotroneo scripsit >>qui)

Prima o poi…

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